Caro Philippe, ricordati di conquistare il mondo.

“Tu non ci crederai ma io mi ricordo di te.
Già, io mi ricordo di te Philippe.
Era estate. Al tempo non è che si parlasse un granché del tuo acquisto in realtà, eppure ci feci subito caso.
Sì, è vero, l’Inter non comprò molti giocatori in quella sessione di calciomercato, ma non biasimarmi se la tua chioma riccioluta mi era rimasta impressa.
Ti avevo visto su Sportitalia ovviamente, lì dove i ragazzi della mia età si innamoravano del fútbol del Sudamerica.
Già all’epoca mostravi lampi di magia in quel Vasco da Gama tanto rivale del mio amato Flamengo.
Eppure il tuo nome non era su tutti i giornali, non c’era praticamente nessuna aspettativa nei tuoi confronti e forse troppi pochi tifosi ad accoglierti il giorno del tuo arrivo a Milano.
Certo, erano altri tempi, e poi in Sudamerica non si parlava d’altro che d’un ragazzino prodigio sponsorizzato anche da Pelè, che dominava il Brasileirao.
Si chiamava Neymar…
Quando arrivasti all’Inter ero davvero curioso, avrei visto quei capelli ricci danzare sul prato di San Siro. Mi chiedevo se un palcoscenico simile potesse essere alla tua portata, nel dubbio comprai la tua maglietta e probabilmente fui uno dei pochi, se non l’unico…
Non fu facile, la scala del calcio non conosce pietà, al primo stop sbagliato partono i fischi e tu li hai sofferto non poco.
Poi il prestito all’Espanyol.
Non avevi fatto male li, nella Liga ci sono più spazi ed evidentemente lì ti sentivi più a tuo agio.
Ma ormai pensavano tutti che fossi il solito bidone, un acquisto sbagliato che avrebbe concorso al titolo di bidone d’oro.
Eri tornato in squadra nell’anonimato, lo stesso anonimato in cui eri arrivato la prima volta.
Quell’anno c’era Stramaccioni, fu un girone d’andata strabiliante, eravamo a pochi punti dalla Juventus capolista e tu stavi iniziando a segnare i primi gol, iniziavi a mostrare ciò che in Brasile avevi fatto vedere a tutti.
Mentre in queste righe ripercorro la tua storia sorrido, accompagnato da un pizzico di nostalgia e quella malinconia degna del rimorso che oggi non accompagna più solo me.
Questo punto del tuo percorso per me si può sintetizzare con una matita spezzata. Un fulmine a ciel sereno.

“Coutinho venduto al Liverpool, ai nerazzurri 13 milioni e mezzo.”

Ma come? Proprio ora? Adesso che finalmente stavi riuscendo a importi e a mostrare a tutti chi sei? No, deve essere uno scherzo. Eppure non lo era.
Fair Play finanziario, difficoltà economiche. Furono date molte spiegazioni, nessuna fu una risposta, almeno per me.
Il resto della storia lo conosciamo tutti.

In questi minuti la notizia del tuo trasferimento sta facendo il giro del mondo. È ufficiale.
Sei un nuovo giocatore del Barcellona, uno dei più grandi club al mondo che non ha esitato troppo a spendere 150 milioni per te.
Il giocatore più caro della storia del calcio dopo Mbappè e Neymar, quello stesso Neymar con cui giocavi nelle giovanili e che tanto faceva passare il tuo nome nell’anonimato.
Tu, probabilmente, quando ripensi all’Inter penserai “ehi, avete visto? Non fischiate più adesso, vero?”.
Io invece quando penso a te ripenso alle serate davanti al televisore, sintonizzato su Sportitalia a guardarti.
Poi ripenso a me stesso mentre scrivo queste righe su un foglio che probabilmente tu non leggerai mai e che rimarrà accartocciato fra gli angoli delle mura della mia stanza, tra dolore e nostalgia.

Parabéns Philippe, ricordati di conquistare il mondo.”A47A7723-61AC-470A-AF03-59178FE46907

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