Davide contro Golia: Il Perù di Ricardo Gareca.

Brasile – Argentina.

Fischio finale.

Vince il Brasile per 2-0.

I padroni di casa si qualificano alla finale mentre Lionel Messi diventa protagonista di una cartolina già vista. Testa bassa di fronte ai rivali di sempre esultanti. Una sconfitta forse meno meritata rispetto a quelle passate ma che provoca la stessa sofferenza. L’Argentina esce dalla Copa America, a testa alta, stavolta sì, ma è fuori.

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Però.

C’è sempre un però. Ebbene, non tutta l’Argentina è fuori dalla Copa America. Perchè se la Selecciòn ha dovuto inchinarsi al Brasile nell’altra semifinale lo sfavoritissimo Perù si è ribellato al Cile Bicampèon con un netto 3-0 e si è qualificato a sorpresa alla finale.

Ma cosa c’entra il Perù con l’Argentina? 

La risposta corrisponde ad un nome: Ricardo Gareca.

Uno dei famosi “traditori” che hanno indossato sia la maglia del Boca che quella del River, un uomo che è riuscito a farsi odiare anche in Colombia da un personaggio illustre, uno da cui nessuno vorrebbe essere odiato: Pablo Escobar. Ebbene sì, il celebre protagonista delle Serie Tv aveva pensato di far saltare in aria l’allenatore argentino che allenava l’America de Cali, squadra in cui c’erano interessi dei capi del Cartello de Calì, l’acerrimo rivale di quello di Medellin. Fortunatamente non successe nulla e Gareca continuò ad allenare fino alla chiamata del Perù dove ha fatto e sta facendo discretamente bene:

  • Terzo posto nella Copa America 2015
  • Quarti di finale in Copa America Centenario
  • Qualificazione ai mondiali di Russia,  36 anni dopo l’ultima volta.
  • Qualificazione alla finale di Copa America, 44 anni dopo l’ultima volta.

Insomma Gareca con il Perù sta facendo miracoli e rappresenta l’ultimo lampo albiceleste presente in questa Copa e, immaginiamo, la voglia di vendicare la propria nazione (che sta pensando a lui per la panchina) non mancherà. Soprattutto se “vendetta” fosse sinonimo di “vittoria”, una parola che regalerebbe Gareca alla storia, idolo del popolo peruviano da oggi per l’eternità.

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Lo spirito vincente non manca di certo, ma quello, da solo, non basta.

Il Perù sarà sicuramente sfavorito contro la corazzata verdeoro ma è tutt’altro che una nazionale scarsa.

LA TRIPLA G

La formula magica? La tripla G.

1)La prima ve l’abbiamo già spiegata: Gareca.

L’allenatore argentino ha dato gioco, identità e carattere alla blanquirroja.

2) La seconda è tra i pali: Gallese.

Il vero eroe della vittoria contro il Cile, autentica saracinesca.

3) La più rappresentativa: Guerrero.

Paolo Guerrero, ‘El Barbaro’, ‘El Depredador’. Il numero 9 ex Bayern Monaco, il bomber, il vero campione di questa squadra. L’eventuale trionfo del Perù dipenderà soprattutto dall’attaccate dell’Interacional di Porto Alegre. Proprio a Porto Alegre ha già incrociato uno degli avversari che affronterà il 7 Luglio: Everton Soares. (Ve l’ho raccontato qui –> https://www.spaziomilan.it/2019/03/cebolinha-un-mix-di-tecnica-dribbling-e-saudade-il-profilo-di-everton-soares/ )

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Anche il gioiellino del Gremio sa quanto il Barbaro vada tenuto d’occhio, anche perchè il Maracanà non sarà certo uno stadio nuovo per lui visto che ci ha giocato per anni con la maglia del Flamengo.

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NON SOLO…

Ma il Perù non è solo questo.

Luis Advincula, ad esempio, che nel Rayo Vallecano ha battuto il record di velocità nella Liga che apparteneva a Gareth Bale toccando addirittura i 36,15 km. Un razzo!

Miguel Trauco, protagonista di un tunnel ai danni di Arturo Vidal che ha pensato bene di rispondere stendendolo.

E poi ancora l’Oreja Edison Flores, André Carillo, esterno destro offensivo che dallo Sporting Lisbona passò al Benfica, venendo messo fuori rosa dal club appena venne a sapere del futuro trasferimento agli acerrimi rivali, il giramondo Yoshimar Yotun 

Insomma una squadra ricca di talento e soprattutto voglia di entrare nella storia.

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Fabio Perfetti.

 

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